Ciao,
quante volte sovraccarico dal lavoro hai pensato: “Adesso mollo tutto e vado a lavorare all’estero!”?
Nel corso della mia carriera lavorativa, l’ho pensato diverse volte.
La prima, addirittura risale al periodo prima della laurea. Avevo vinto una borsa di studio e volevo partire per l’Erasmus. Il mio sogno era andare a Ginevra per svolgere una tesi sperimentale in ospedale come farmacista clinico e chissà poi trasferirmi in Svizzera per un po’. Ma il mio sogno venne infranto. Nel 2015, nello stesso mese della comunicazione della vittoria della borsa di studio, vinse il referendum svizzero “contro l'immigrazione di massa”. Il mio sogno sfumò quando la segreteria dell’università in una chiamata mi disse: “Mi dispiace signorina, ma se va in Svizzera sarà tutto a suo carico. L’università non le rimborserà niente. Ma se vuole può scegliere una nuova meta tra Parigi o Tenerife.”. Testarda, rifiutai e rimasi a Torino.
La seconda fu quando appena laureata nel 2016, portando a mano i miei curriculum nelle farmacie vicine, mi sentii rispondere: “Non abbiamo bisogno di nessuno in farmacia, il cv lo vuoi indietro?”. Ne portai a mano più di 50 e ne mandai per email più di 100 senza ricevere risposta. A quel punto iniziai a guardare all’estero e controllare il portale EURES, ma onestamente in quel frangente ebbi un po’ di paura. Mi chiesi: “Come faccio? Con la lingua?”. Non ero pronta psicologicamente a fare un passo per me così grande. Trovai poco dopo come tirocinante magazziniera nel mio paese. Riuscii a resistere 7 mesi e poi mi trasferii in Valle d’Aosta per lavoro: avevo trovato in una parafarmacia.
Ricordo ancora il primo viaggio in autostrada, era la prima volta che facevo tutti quei chilometri da sola e dopo quel trasferimento decisi di rimanere. Ogni tanto guardavo le offerte nei d’intorni di Torino per ritornare a casa, ma la serenità acquisita in Valle era diventata impagabile. Poco dopo vinsi un concorso pubblico e poi un altro ancora.
Ogni tanto guardo dalla finestra e guardo le montagne che danno verso il Gran San Bernardo e mi chiedo: “Chissà se ci andrò mai in Svizzera?”. E penso a tutti coloro che invece hanno avuto coraggio di partire come: mio fratello, Chiara, Francesco, Genny, Valeria...
E a quel punto pensando e ripensando al viaggio ho deciso di raccogliere le storie di chi come me un bel giorno ha deciso di fare i bagagli e trasferirsi. Rispetto alla mia storia, i racconti dei colleghi sono avventure meravigliose. Forse dico così per il quantitativo di chilometri che i colleghi hanno macinato nella loro vita. O forse perché hanno avuto il coraggio di valicare i confini.
Guarda qui la playlist completa: https://www.youtube.com/playlist?list=PLHThhb4CirpY0npM4bKFBO4n82jWIUF96
E così storia dopo storia, ho conosciuto il dottor Andrea Petrecca, il suo viaggio e la sua esperienza in Francia.
Ti lascio qui sotto l’articolo completo: https://www.alicepharmacist.it/blog/farmacista-in-francia-la-storia-del-dottore-andrea-petrecca
Se ci pensi alla fine la vita professionale è fatta di scelte, di coraggio e di momenti in cui decidiamo se restare o partire. A volte il sogno di un cambiamento sembra lontano o difficile da realizzare, ma ogni storia di chi ha avuto il coraggio di varcare i confini ci insegna che nulla è impossibile. Che si tratti di un piccolo passo o di una grande avventura, ogni esperienza all’estero arricchisce non solo il curriculum, ma anche la nostra crescita personale.
A presto,
Alice
P.S. Ti invito a lasciarti ispirare da queste storie, a scoprire nuove prospettive e, perché no, a immaginare il tuo prossimo viaggio professionale. Chissà, magari il prossimo racconto sarà proprio il tuo.
Ti voglio tanto bene ❤️